Un sondaggio della Fenailp, Federazione nazionale autonoma imprenditori e liberi professionisti, ha misurato il gradimento nei confronti dello smart working da parte degli italiani: il 65% si dichiara molto soddisfatto. La percentuale sale, poi, al 73% tra le donne, 6 su 10 ha un impiego statale, è preferito nella classe di età 30-55 anni. Lo smart working è diventata una realtà di lavoro ibrido che, anche in periodo estivo, sta determinando un flusso di spostamenti turistici connessi alla possibilità di continuare ad avere le infrastrutture necessarie per lavorare. Un fenomeno che punta a conciliare lavoro e qualità della vita ma che richiede connessioni stabili e veloci alla rete, la realizzazione di una struttura adeguata ad ospitare imprese tecnologiche. La Regione Toscana e il Comune di Santa Fiora sull’Amiata in provincia di Grosseto, hanno lanciato il progetto Smart working village per il lavoro a distanza e il telelavoro firmando un protocollo d’intesa per dar vita a un luogo dove ospitare start up e imprese innovative, ma anche spazi di coworking o locali per chi lavora in smart working, per l’appunto.
L’immobile sarà acquisito o realizzato dall’amministrazione comunale, mentre la Regione si impegna a individuare possibili finanziamenti per attrezzarlo e per dotarlo di strumentazioni tecnologiche, oltre a promuovere lo spazio e i servizi erogati attraverso la struttura Invest in Tuscany. Spiega il Presidente della giunta regionale Eugenio Giani: “Il Comune di Santa Fiora è stato il primo in Italia ad avere l’intuizione e l’intenzione della Regione è quella di dare seguito a questa idea: una sorta di sperimentazione da replicare poi anche altrove in Toscana”. Sottolinea l’assessore all’economia, Leonardo Marras: “Il lockdown e le restrizioni imposte dalla pandemia e dall’emergenza sanitaria hanno esaltato e fatto riscoprire la qualità della vita nei borghi, lontano dalla congestione di persone delle grandi città, dunque anche più in sicurezza, e con maggiori spazi a disposizione. E ora la possibilità di disporre di connessioni veloci e sicure permette a questi territori di avere potenzialmente un riscatto”.
La diffusione di un nuovo tipo di struttura ricettiva, a metà tra stabilimento balneare o agriturismo e coworking, è il segno dei tempi e del fatto che il lavoro agile, la flessibilità degli orari e la mobilità dei lavoratori sono modalità di relazione sempre più diffuse e anche incoraggiate spesso come forma di benefit offerto dalle aziende. In Toscana ci sono, tra l’altro, diversi rural coworking, strutture per un turismo interno predisposto anche al lavoro, ad esempio a Montepulciano, Chianciano Terme e San Casciano dei Bagni nella frazione di Celle sul Rigo, mentre, proprio a Montepulciano, Smartway mette in contatto le strutture ricettive con gli smart worker alla ricerca di un borgo di campagna per il lavoro a distanza offrendo una lista di alloggi con postazioni e internet veloce, oltre a servizi come noleggio bici ed esperienze locali da provare.