Nel 2016 è stato lanciato il celebre gioco Pokémon Go. Scopo del gioco catturare più Pokémon possibili tra le vie e i palazzi delle città reali grazie alla tecnologia della realtà aumentata, una sorta di nuova realtà virtuale che, da allora, si è sviluppata andando a liberare creatività e potenziale economico anche in materia di promozione turistica.
Prima di tutto, di cosa parliamo: la virtual reality è una realtà simulata all’interno di un ambiente tridimensionale digitale in cui possiamo intervenire e immergerci attraverso visori speciali, guanti digitalizzati o altri device. La augmented reality, invece, arricchisce la percezione sensoriale integrandola con elementi digitali per agevolare l’utente e fornirgli ulteriori informazioni. Questa seconda tecnologia rappresenta un approccio innovativo per accompagnare le esplorazioni turistiche e fornire contenuti immersivi. Per questo diversi musei e mostre ne hanno già adottato le potenzialità consentendo ai visitatori di sperimentare forme di interazione ulteriori rispetto a quelle del mondo reale: in un’esposizione dedicata ai dinosauri, per esempio, è possibile osservare uno scheletro prendere vita e muoversi virtualmente nello spazio del museo stesso.
Una notte al museo, un film di qualche anno fa con Ben Stiller, non è più solo fantasia cinematografica. La realtà aumentata sta rapidamente sviluppando proposte sempre più tecnologici avanzate in ogni settore della filiera turistica, dalla prenotazione dell’albergo alle visite turistiche. Tanto che, nel suo recente intervento al Meet Tourism 2020 di Lucca, organizzato anche in collaborazione con Fondazione Campus, il professor Frank Miele (York University e Ryerson University, Toronto), ha rivelato come questa tecnologia crescerà da 6 a oltre 158 miliardi di fatturato in 5 anni.
Ecco di cosa ci ha parlato:
“La pandemia ha colpito tutti i settori economici, in modo particolare il turismo. Nella fase della post pandemia, il settore dovrà operare cambiamenti sostanziali per restare competitivo, soprattutto per quanto riguarda l’adozione della realtà virtuale e di quella aumentata. Adottare o meno questi strumenti distinguerà una comunità dall’altra fornendo vantaggi competitivi decisivi per coinvolgere e catturare i clienti. Oggi non basta più descrivere i vantaggi della destinazione, i turisti vogliono vivere le storie di una città e della sua cultura. Anche i video non forniscono un’esperienza così coinvolgente come la realtà virtuale e, soprattutto, come la realtà aumentata che offre occasioni sino ad oggi insperato agli utenti e ai professionisti del marketing, perché non necessita di display montati sul corpo per funzionare. La principale differenza tra le due realtà e che quella virtuale crea uno spazio totalmente nuovo in cui l’utente è immerso mentre l’aumentata aggiunge alcuni oggetti artificiali al mondo reale. Già oggi gli smartphone svolgono un ruolo fondamentale nella presentazione dei servizi di viaggio, al punto che una ricerca di Expedia rivela come il 78% dei viaggiatori ritengano fondamentali i contenuti informativi della destinazione e dei trend di viaggio nel proprio processo decisionale. Per competere nella post pandemia le comunità dovranno innovare e disporre della tecnologia 5G. Solo così il patrimonio culturale italiano potrà elevarsi a una nuova dimensione turistica. Il progetto di turismo digitale avviato a Bari e Matera è un punto di sperimentazione di questo nuovo concetto di turismo innovativo che prevede la visita virtuale di alcune chiese rupestri in un contesto multiplayer grazie al 5G che permette di vivere le attrazioni turistiche attraverso una soluzione immersiva. A causa della pandemia il turismo è a un bivio che può essere superato sfruttando le risorse al meglio attraverso la tecnologia, in particolar modo la realtà aumentata”.