Con 526 vini certificati, 6 beni materiali e immateriali riconosciuti come patrimonio dell’umanità, 3 città creative Unesco per l’enogastronomia, 2 paesaggi riconosciuti dalla FAO, l’Italia ha ospitato il VI Convegno mondiale sull’enoturismo organizzato dall’UNWTO e del Ministero del Turismo. Il Ministro del turismo Massimo Garavaglia ha commentato: “Non dobbiamo dormire sugli allori: siamo il Paese più bello del mondo, dove si mangia meglio ma con un minimo di organizzazione c’è chi riesce a fare meglio di noi”.
Fortissimo anche il monito di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food sulla sostenibilità del turismo: “Tutti parlano e pochi ne conoscono la radice. Sostenibilità deriva da sustain, in musica è il pedale del pianoforte che allunga il suono di una nota: questo significa che ciò che è sostenibile deve essere durevole, l’esatto opposto dei prodotti di un’economia basata sull’esaltazione del consumo”. E aggiunge amaramente: “Produciamo per 12 miliardi di persone ma noi siamo poco più di 7. E quindi vuol dire che consumiamo acqua e sfruttiamo terra inutilmente per accumulare cibo che poi sprechiamo e buttiamo”.
“Chi lavora nel turismo – dice Petrini – deve operare affinché gli abitanti del territorio siano felici. Se non si capisce questo e si schiaccia solo sull’acceleratore dei benefici si perde l’essenza del turismo. Io arrivo in un posto perché trovo gente che sorride, una comunità che mi accoglie, che esprime una cultura. Se l’impatto del turismo rende una comunità più chiusa abbiamo perso. Se il turismo del vino si chiuderà in se stesso, ha concluso, morirà per asfissia”.
Una recente indagine realizzata da Risposte Turismo sui wine tourism operator stranieri evidenzia come l’enoturismo italiano piaccia agli stranieri. La destinazione più amata? La Toscana. Che risulta essere in testa alla classifica delle preferenze generali dei turisti stranieri con il 53% dei voti, davanti al Piemonte (29%) e alla coppia Sicilia e Veneto (5% ciascuna). La Toscana è risultata capofila anche nelle classifiche dedicate all’esclusività delle destinazioni enoturistiche (39% delle preferenze) e per il rapporto qualità – prezzo (24%). Sul fronte della sostenibilità, la clientela internazionale apprezza una attenzione verso questo tema una volta giunta a destinazione, in particolare per quanto riguarda le modalità produttive come il vino organico o naturale e quelle di approvvigionamento come il km zero.