Sotto l’azzurro fitto/del cielo qualche uccello di mare se ne va;
né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto: «più in là»”
Il più in là cantato da Eugenio Montale è un’attitudine al viaggio che si alimenta di esperienze, racconti, narrazioni. Anche se la nostra meta è il paesaggio che abbiamo tutti i giorni davanti agli occhi. Perché, come scriveva Italo Calvino, “Anche quando pare di poche spanne, un viaggio può restare senza ritorno.”
Perché il viaggio non è distanza, ma bellezza, comunità, sostenibilità, occhi per guardare, parole per raccontarlo.
Il viaggio è una storia che esiste solo se la sappiamo raccontare.
Per questo abbiamo chiesto agli studenti che seguono l’insegnamento “Itinerari turistici e paesaggio come patrimonio culturale” del corso di laurea triennale in Scienze del Turismo tenuto da Enrica Lemmi, Direttrice dell’Accademia del Turismo di Fondazione Campus e professoressa ordinaria presso l’Università di Pisa, di descrivere e raccontare un viaggio aprendo semplicemente una finestra della loro casa. E abbiamo chiesto loro di descrivere il paesaggio che si vede da quella finestra come se fosse una meta turistica usando il linguaggio dello storytelling. Perché quello che i nostri occhi vedono da una finestra descrive il senso del vero viaggiatore. E quando abbiamo occhi per vedere e parole per raccontare quel viaggio diventa un’esperienza che merita sempre di essere raccontata.
Oggi apriamo la finestra di Eleonora Soggia…
È quasi impossibile guardare un tramonto e non sognare”
(Bernard Williams)
Quanti aforismi esistono sul tramonto? Beh, sicuramente moltissimi, ma questo è quello in cui riesco ad immedesimarmi al meglio quando guardo il tramonto dalla finestra di camera mia. È questa la vista che mi accompagna ogni giorno, dalla mattina alla sera.
Come si può facilmente intuire, il momento migliore in cui amo osservare questo paesaggio incantevole è la sera, al tramonto. Un paesaggio mozzafiato, a partire dal cielo tappezzato di nuvole grigie, la cui sagoma è marcata dalla lieve luce del sole che sta per scendere, dai tetti delle case che sbucano qua e là, tra un albero e l’altro. Questa è la magia di Bergiola Foscalina, un piccolo paesino di 400 abitanti, situato sopra la città di Carrara. È un paese immerso nel verde ed è ricco di boschi con ruscelli cristallini e sorgenti d’acqua naturale, attorniato dalle meravigliose Alpi Apuane, famose in tutto il mondo per l’estrazione del marmo.
Il paesaggio “bergiolese” è verdeggiante e regala ai suoi abitanti – e non solo – delle piacevoli giornate fresche e soleggiate in estate, mentre in inverno, ogni tanto li sorprende con qualche spruzzata di neve soffice, imbiancando i tetti delle case e ricoprendo i campi come una morbida coperta.
È il luogo perfetto dove trascorrere momenti in pieno relax, circondati dal verde e dall’aria pulita di montagna, ed è l’ideale sia per i più piccolini, sia per i più grandi. È l’ideale soprattutto per chi non può fare a meno di rimanere ammaliato dalla bellezza e dalla grandezza della natura, con i suoi alberi imponenti e massicci, con le sue distese di prati verdi e fioriti. I più piccini troveranno un luogo sicuro dove poter correre, giocare e divertirsi nei prati e, se è autunno, potranno cogliere l’occasione per andare nel bosco a cercare le castagne. Per i più grandi invece, è un’ottima occasione per lasciare il traffico e l’inquinamento della città e rifugiarsi nella tranquillità dei boschi bergiolesi.
Chi ama passeggiare nel verde, può armarsi di scarponcini e seguire gli alberi tracciati dal CAI per arrivare sulla vetta del monte Brugiana, meglio conosciuta come “la Croce” proprio per la presenza di un’enorme croce di ferro piantata sul cucuzzolo della montagna, dal quale si può godere di un panorama mozzafiato, che va dalla costa livornese alla costa ligure, come si può vedere da questa fotografia. Ecco perché io amo il mio piccolo verde paesino.