#Focus – Tecnologia. Digitale e turismo. Francesco Tapinassi: “I cambiamenti sono piccoli, ma solo in apparenza”

#IoSonoCampus incontra Francesco Tapinassi, dal giugno 2018 direttore scientifico della BTO Buy Tourism Online di Firenze e dal novembre 2014 dirigente MIBAC Ministero dei beni culturali come responsabile del servizio dedicato alle politiche nazionali del turismo. Oltre che autore di Turismo e reput’azione per le ed. Maggioli e de Il marketing delle recensioni per le ed. Apogeo (con Roberta Milano e con i contributi di Sergio Farinelli, Massimiliano Gini, Robi Veltroni, Carlo Vischi e Nicola Zoppi).

L’ultima edizione della BTO, l’evento di riferimento in Italia sulle connessioni tra turismo, innovazione e tecnologia, avrebbe dovuto andare in scena lo scorso febbraio ma, causa pandemia, è stato rimandato. A quando?
A novembre riprendiamo il filo interrotto con un grande momento di knowledge sharing in cui, non solo professori ma anche professionisti e appassionati del settore mettono in condivisione il proprio sapere: esperti, formatori, manager che hanno affrontato modelli organizzativi e complessità e che s’incontrano fornendo una prospettiva sulla loro esperienza in un flusso orizzontale di conoscenza. I quattro main topic della BTO restano sempre quelli, ovvero Digital Innovation, Hospitality, Food and Wine e Destination in una visione complessiva che si apre agli occhi del viaggiatore formulando e riformulando di continuo il concetto stesso del viaggio.

Parliamo di tecnologia applicata al turismo. Quanto di tutta quella che stiamo utilizzando in questo periodo ha un senso e quanta ne avrà quando usciremo dalla pandemia?
Sarà difficile tornare come prima, anche dal punto di vista dell’applicazione tecnologica alle nostre abitudini di spostamento. In questo ultimo periodo si è assistito a una sorta di iper velocizzazione della transizione verso la tecnologia, non tanto dei più giovani che già ne erano immersi, quanto, piuttosto, delle fasce di maggiore età. Penso agli insegnanti con la Dad, ma anche a tutti coloro che si sono dovuti adattare al telelavoro da casa.

La tecnologia ha cambiato il nostro tempo e i nostri spazi e non tornerà del tutto indietro.

Non è più pensabile che per fare venti minuti di intervento in una riunione aziendale io debba prendere due treni, un aereo, soggiornare in albergo o farmi chilometri e chilometri di coda in auto quando posso farlo in sicurezza e tranquillità senza muovermi. Certo, si perderà un po’ la socialità, perché dopo una riunione aziendale magari si va a cena assieme, ma non per questo si tornerà del tutto indietro.

Ci sono alcune tecnologie che vede più avanti delle altre nella possibilità di generare interesse e cambiamento in materia di mobilità e turismo?
A volte, viviamo dei cambiamenti che tanto piccoli non sono e di cui non ci accorgiamo essendone completamente immersi. Occorre una prospettiva non radente, un distacco a volo di elicottero per renderci conto che si tratta di un cambiamento strutturale più che tecnologico. Penso, per esempio, al menu di un ristorante. Sono ancora poche le strutture che lo rendono disponibile sui social e in digitale mentre chi ha cominciato a farlo in periodo pandemico può facilmente rendersi conto che si tratta di un piccolo passo molto importante verso una maggiore e migliore la relazione con il cliente. Oggi che anche tecnologicamente è facile tracciare gli alimenti in tutti i loro passaggi di filiera, è auspicabile immaginare che si possano pubblicare dei menu che consentano all’utente di conoscere in anticipo tutta la narrazione che sta attorno a un piatto, a partire dalla terra in cui trovano origine i singoli ingredienti. E penso anche a un servizio che già esiste da anni ma che in periodo di lockdown è cresciuto in maniera esponenziale: quello del delivery nelle consegne di cibo. Se ci pensiamo, in questo caso la componente tecnologica c’entra soltanto con la possibilità di generare un contatto tra l’utente e il punto vendita. La novità sta tutta nel diverso modo di fruizione dei pasti che, secondo me, continuerà a produrre cambiamento anche in futuro con il ritorno a quella che non potremo comunque chiamare normalità perché il paesaggio della mobilità e del turismo non sarà più del tutto come prima. Abbiamo tutti imparato a conoscere e a utilizzare le app salta coda per entrare al supermercato senza attendere il proprio turno in fila all’esterno della struttura.

Perché mai, ora che riaprono i musei, dovrei adattarmi di nuovo a stare in coda, magari per ore sotto il sole, senza potere disporre di una app che mi eviti tutto questo? I cambiamenti sono piccoli solo in apparenza.

Ha scritto due libri sulle tecnologie della reputazione in rete. Dove stiamo andando?
Il concetto che secondo me rende meglio l’idea in questo caso è quello della camera chiara di Roland Barthes. Prendendo in considerazione varie fotografie scattate da artisti famosi, Barthes distingue tre elementi fondamentali dell’arte fotografica: l’operatore, ovvero colui che fa la foto, il fruitore ovvero lo spettatore e il soggetto immortalato. Allo stesso modo, nel campo delle recensioni, l’utente si trova al centro di un paesaggio tridimensionale che coinvolge la sua percezione, la valutazione esterna e il luogo vero e proprio. In questa dinamica l’operatore che ha portato al successo le recensioni online a livello globale, ovvero Tripadvisor, sta mostrando il segno della crisi. Mentre chi sta prendendo il sopravvento, come era immaginabile, è Google. Questo per la grande quantità di recensioni che riesce a produrre, fattore determinante per avere la sensazione di una maggiore spontaneità e democraticità del processo di valutazione. Un altro esperimento interessante in questo ambito è quello avviato da Trivago che raccoglie tutti i dati, le recensioni e le valutazioni degli ospiti convertendoli, secondo il proprio personale e proprietario Rating Index, su una scala da 0 a 10. Si tratta di una sorta di meta aggregatore di tutte le valutazioni che una volta di più punta sulla quantità come fattore determinante per la valutazione.

Dove farà il suo primo viaggio, appena possibile?
Quest’anno compio 60 anni e avevo in mente uno di quei viaggi che non si possono fare tutti gli anni. Purtroppo molte delle mete che avrei voluto conoscere non saranno raggiungibili dal punto di vista della sicurezza sanitaria ancora a lungo. Non lo so ancora, quindi, dove andrò ma ho pensato che mi piacerebbe fare come nel film Viola bacia tutti, ovvero un viaggio interno dall’Adriatico al Tirreno fermandomi dove capita, senza fretta e senza un itinerario preciso e preordinato.

 

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