#Alumni. Asia Meucci: “Pazienza, ascolto e soluzioni condivise”. Il ruolo di rappresentante degli studenti al Campus

#IoSonoCampus incontra Asia Meucci, per tre anni rappresentante degli studenti al Campus e, il 22 settembre scorso, laureata in Scienze del Turismo.

Progetti?
Per ora i mie studi si fermano qui. Vorrei provare a entrare nel mondo del lavoro. Se finalmente siamo riusciti a superare l’urgenza sanitaria, vorrei entrare in una agenzia di organizzazione eventi, vedere com’è il mondo del lavoro più da vicino considerato che non ho avuto la possibilità di fare lo stage curricolare per tutte le problematiche emerse nel corso della pandemia. Poi, se capisco che non sono soddisfatta, penserò a fare un master per definire qualche competenza specifica in più.

Come è stato il tuo lavoro di rappresentante degli studenti?
Rappresentare gli studenti del mio anno alla Fondazione Campus è stato come rivestire un ruolo da mediatore, da portavoce, con l’obiettivo di riferire quello che i miei compagni mi dicevano, ma anche di proporre cose nuove a beneficio degli studenti che sarebbero entrati negli anni seguenti. Ogni anno mi sono candidata ed è stata una soddisfazione perché per tre anni i miei compagni mi hanno scelta assieme all’altro rappresentante, Laurant Gocay. Ci siamo sempre aiutati, quando uno non poteva si collegava o partecipava l’altro, dialogando sul gruppo con gli altri studenti per riferire le richieste, le domande, i chiarimenti.

Come funziona il lavoro di rappresentante?
Ci sono principalmente due momenti di incontro e di relazione tra le parti. Ovvero le commissioni paritetiche, scambio informale tra i rappresentanti degli studenti e la rappresentante dei corsi di laurea, per andare nel dettaglio delle situazioni e degli eventuali problemi. E il Consiglio Aggregato che è, invece, il momento d’incontro più formale. Oltre ai rappresentanti degli studenti e alla rappresentante dei corsi di laurea partecipano anche alcuni professori e ogni proposta o decisione viene verbalizzata. È questo il momento in cui ci si confronta su argomenti come i test d’ingresso, l’inizio delle lezioni, le metodologie. In tutti questi incontri c’è sempre e comunque stata la massima disponibilità da parte del Campus, e della segreteria in particolare, all’ascolto e al confronto.

Ci sono stati dei momenti delicati durante la pandemia?
Anche nel momento in cui si è passati dalla didattica in presenza alla didattica a distanza non ci sono stati grossi problemi: i professori si sono dimostrati disponibili, ci hanno sempre coinvolto. Per quanto riguarda gli esami, non sono stati semplici ma alla fine ce l’abbiamo fatta, non c’è stato nulla di impossibile da superare.

Consigli per i nuovi studenti?
Partecipare all’Erasmus perché è un’esperienza indimenticabile, un’opportunità che il Campus offre in collaborazione con università di livello e che io, a causa dell’emergenza Covid-19, non ho potuto vivere. Inoltre, consiglio di impegnarsi sempre e di organizzarsi bene il tempo: la frequenza obbligatoria dà un forte aiuto agli studenti per gestire bene gli impegni, ma l’organizzazione del tempo resta fondamentale. Infine, auguro a tutti che si possa seguire le lezioni in presenza perché il contatto fisico ti dà sicuramente qualcosa in più.

E per i nuovi rappresentanti?
Avere tanta pazienza, cercare di ascoltare e capire le richieste di tutti senza volere per forza imporre il proprio modo di pensare e di fare. In sostanza, cercare tutti assieme le soluzioni e proporle a chi, poi, permetterà di realizzarle.

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