L’agricoltura come professione giovane, un nuovo indirizzo per il ritorno al territorio, anche in termini lavorativi e turistici. Quasi 56mila giovani in Italia hanno scelto di costruirsi un futuro da imprenditori agricoli investendo nella terra, dalla coltivazione all’allevamento, dall’agriturismo alle vendite dirette, fino alle bioenergie e all’economia green, tanto che nascono in media 18 nuove imprese giovani al giorno. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti, sulla base del rapporto del Centro Studi Divulga in occasione della Giornata della Terra. Spiega il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini: “La pandemia prima e la guerra in Ucraina stanno spingendo uno storico ritorno delle nuove generazioni nelle campagne dove esprimere creatività e portare un contributo al Paese”.
Una tendenza che si riflette anche sulla formazione, secondo un’analisi di Coldiretti su dati Miur, che vede gli studenti italiani orientarsi sugli indirizzi agricoli delle scuole superiori, con un incremento negli ultimi due anni del 36% delle iscrizioni agli istituti professionali rispetto al 2019, prima della pandemia. Negli ultimi cinque anni, sottolinea Coldiretti, le aziende guidate da under 35 sono aumentate del 2% in Italia e hanno una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più.
Un vantaggio per il Paese anche grazie alla rivoluzione tecnologica e digitale in atto in Italia con investimenti in droni, gps, robot, software e internet delle cose che valgono già 1,6 miliardi nell’ultimo anno, secondo l’Osservatorio Smart Agrifood. L’Italia, inoltre, è leader in Europa per numero di giovani imprese agricole. Il valore della produzione generato dagli under 35 nostrani, conclude Coldiretti, è pari a 4.964 euro ad ettaro, oltre il doppio dei giovani agricoltori francesi (2.129 euro/ettaro).
Ma cosa possiamo fare noi? Per Legambiente possiamo tutti quanti fare una corretta raccolta differenziata: “È fondamentale fare una corretta separazione domestica dei rifiuti finalizzata alla raccolta differenziata e seguire la regola delle tre R: riduci, riusa, ricicla”. E tenere stile di vita più sostenibile: “Sono molti i settori in cui ognuno di noi può incidere con le proprie scelte: ad esempio con la mobilità sostenibile, oppure optando per l’utilizzo delle rinnovabili, a partire dal proprio fornitore di energia”. Senza dimenticare gli orti urbani: “tutto può essere coltivato e trasformato in terreno per piante officinali e fiori, ortaggi e frutta da destinare al consumo familiare. Gli orti urbani, in crescita costante, forniscono una soluzione efficace per favorire relazioni tra il centro e la zona agricola periurbana, assorbono i gas a effetto serra e sono anche spazi ideali per la salvaguardia della biodiversità e della vita di numerose specie, tra cui le api”. Anche la spesa intelligente “fa bene all’ambiente, al Pianeta e al portafoglio e permette di evitare lo spreco di cibo”. Infine, perché non diventare “prosumer”? Il che significa essere produttori-consumatori della propria energia rinnovabile “per un un nuovo modello energetico sempre più distribuito, incentrato sulle fonti rinnovabili, in grado di contrastare in maniera determinante i cambiamenti climatici ma che permette anche alle famiglie di risparmiare sulla bolletta”.