L’arrivo del Covid ha causato una flessione di quasi l’80% di tutti gli arrivi turistici su base planetaria (Fonte: World Tourist Organization). Tuttavia secondo alcuni analisti, il modello turistico che conoscevamo stava già attraversando delle oscillazioni per un insieme di fattori sostanzialmente riconducibili ai mutamenti climatici, ai fenomeni di overtourism e a una crisi economica di lungo periodo.
Il settore del turismo sembra trovarsi oggi nella necessità di affrontare sfide che già prima del Covid si profilavano all’orizzonte e che la pandemia ha reso ancora più urgenti. Di certo la prima risposta sarà nella valorizzazione di un modello di turismo sostenibile e di prossimità, che valorizza la relazione con i territori, la storia e le tradizioni, le comunità e i prodotti tipici, un modello fondato su vacanze a non grande distanza da casa, anche in periodi non tradizionalmente dedicati alle ferie (neverending tourism).
Sempre più si cercano risposte convincenti alle nuove sfide per ripartire con slancio e in sicurezza, offrendo opzioni di lungo periodo, capaci di tracciare una via di sviluppo sostenibile e durevole.
Il rapporto “Piccoli Comuni e Cammini d’Italia”, elaborato da Fondazione Symbola, guidata da Ermete Realacci, insieme a Ifel (Istituto per la Finanza e l’Economia Locale dell’Anci), conducendoci alla riscoperta dei piccoli Comuni di Italia (5498 comuni, il 69,5% del totale) va in questa direzione: ci svela un patrimonio enorme, che in questo momento critico potremmo imparare a valorizzare in un’ottica di turismo di prossimità verso le piccole comunità e le zone rurali, e insieme pone in luce quella che è una ricchezza diffusa da interpretare nella prospettiva di vero e proprio motore di sviluppo dell’Italia. Si parla difatti di produzioni di qualità, di ospitalità rurale, di piccola ristorazione. Opportunità da consegnare all’attenzione di tutti, ma soprattutto dei tanti giovani che della sensibilità verso l’ambiente e della ricerca di stili di vita sostenibili hanno fatto il loro tratto caratterizzante e più denso di futuro.
Il Rapporto Piccoli Comuni e Cammini d’Italia è un viaggio composto da 44 itinerari, censiti dal Ministero dei Beni Culturali, a cui altri se ne aggiungeranno. Si tratta di 15.400 km di percorsi a piedi che attraversano tutta la Penisola e le isole, toccando 1.435 comuni, di cui 944 piccoli (66% di quelli interessati dalla rete degli itinerari). Gli scenari offerti dai Cammini d’Italia restituiscono la grande varietà del paesaggio e del patrimonio storico e culturale del nostro Paese: attraversano Parchi nazionali e regionali, boschi e foreste, contesti agrari, costeggiano laghi e fiumi, raggiungono borghi, pievi, santuari, monasteri, fortezze e castelli.
Troviamo itinerari che si sviluppano nell’ambito di una regione, come il Sentiero Liguria, che si sviluppa tra Luni a Ventimiglia; o la Magna Via Francigena, che divide in due la Sicilia in un percorso che collega Palermo ad Agrigento; oppure ancora il Viaggio nella Storia d’Abruzzo, un insieme di cinque diversi itinerari, che passano per oltre quaranta comuni in provincia de L’Aquila e di Pescara, e incrociano siti archeologici, chiese ricche di bellezza, paesaggi mozzafiato e luoghi di elevato interesse naturalistico.
Ci sono poi cammini che attraversano l’Italia, partendo fuori dai confini nazionali, come la Via Francigena, che arriva fino a Roma e ha inizio dal Valico di San Bernardo – in Italia al confine con la Svizzera – incontrando 145 comuni in un percorso lungo oltre 1000 km. O come la Via Romea Germanica, che partendo dal Brennero giunge sempre a Roma in un viaggio di 1020 km attraverso 6 regioni. E numerosi sono anche i cammini religiosi che vengono raccontati nel Rapporto, come ad esempio la Via di Francesco, che unisce luoghi significativi e santuari della sua biografia.
Quello analizzato e illustrato dallo studio di Symbola è un patrimonio fondamentale per la ripresa del turismo, “un turismo lento, colto, capace di rispettare la fragilità dei nostri territori e di goderne la bellezza che si intreccia con un immenso patrimonio storico artistico disseminato in tutta Italia, e di riconoscerne il grande valore”, ha commentato il Ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini.
Cammini d’Italia si inserisce nella collana “Geografie” della Fondazione Symbola. E fa parte di un ampio e articolato progetto di analisi e racconto dell’economia e della ricchezza storica, culturale e ambientale dei territori italiani avviato nel 2016 con Piccoli comuni e produzioni tipiche, realizzato insieme a Coldiretti. Il 92% dei prodotti Dop e Igp, così come il 79% dei vini italiani più pregiati, ovvero le produzioni d’eccellenza della filiera agroalimentare del made in Italy, hanno a che vedere con i piccoli comuni.
L’Italia deve rimettersi letteralmente ‘in cammino’. Tutta l’Italia – ha dichiarato Guido Castelli, Presidente della Fondazione Ifel – deve ritrovare la strada della crescita e dello sviluppo. È vitale farlo soprattutto nei territori interni e nei piccoli Comuni. Il turismo è il loro settore di punta. Riavvicinarsi all’Italia dei cammini è un invito per le prossime vacanze degli italiani, ma è anche un invito alla politica a mettere in campo azioni di promozione. Questo insieme di percorsi, comunità, identità, tradizioni deve diventare un unico sistema di offerta. Una rete di attrazioni di bellezze che deve diventare conosciuta e facile da visitare.
I Cammini possono essere una occasione di promozione turistica e culturale e di sviluppo locale anche per le città d’arte di medie e grandi dimensioni, ma soprattutto costituiscono una preziosa opportunità di sviluppo per quelle realtà territoriali che costituiscono il tessuto insediativo diffuso del nostro Paese. Luoghi di cui oggi, resi consapevoli dall’emergenza pandemica, si apprezzano la salubrità, la qualità dei paesaggi, la dimensione a misura d’uomo e la prossimità alle realtà urbane più grandi. Se fatti rientrare in una logica di finanziamento infrastrutturale e dei servizi, infatti, possono costituire una delle ipotesi sul tavolo di una nuova pianificazione urbanistica ad ampio raggio, che miri ad alleggerire la pressione abitativa delle grandi città a vantaggio del ripopolamento diffuso dei borghi e dei piccoli comuni, secondo un’idea di valorizzazione di un modello tipico della tradizione italiana.
Cogliere le potenzialità dei Cammini d’Italia in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando – spiega Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – significa rafforzare il ruolo e il presidio dei piccoli comuni, di istituzioni e comunità locali. Tradizioni, cultura, bellezza, coesione, innovazione e creatività sono le chiavi di un’economia più a misura d’uomo sulla quale il Manifesto di Assisi ci invita a scommettere per affrontare le sfide del nostro tempo. Supereremo le prove difficili e impegnative di questa crisi anche grazie alla forza dei territori, alla loro capacità di tenere insieme tecnologia ed empatia, dignità delle persone, benessere e vitalità delle comunità, accoglienza, saperi antichi.
E conclude: “Si tratta di una visione ben chiara nelle parole di saluto della campagna Voler bene all’Italia di Legambiente dell’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi: ‘Scommettere sui piccoli comuni, investire su questi luoghi da parte di giovani imprenditori, grazie allo sviluppo dell’informatica e delle nuove tecnologie, può diventare una grande avventura da cogliere’. I piccoli comuni, i territori e le comunità sono una straordinaria opportunità per l’Italia: sono l’esempio di un’economia più a misura d’uomo che punta sull’intreccio fra tradizione e innovazione, fra vecchi e nuovi saperi. Possiamo far ripartire il turismo e l’economia e possiamo competere in un mondo globalizzato se innoviamo senza indebolire la nostra identità, se l’Italia fa l’Italia”.